I PRIMI 50 ANNI DELLA CASA DEL POPOLO
(tratto dalla pubblicazione "Casa del Popolo Casellina 1950-2000")
La storia delle case del popolo sta dentro la storia di questo paese, della sinistra, dei suoi successi, delle sue sconfitte, delle sue trasformazioni. Nelle case del popolo si sono formate generazioni di uomini e donne che hanno poi costituito la spina dorsale del movimento riformista e progressista. Ma le case del popolo sono stati anche luoghi di una socialità più diffusa, meno politicamente definibile per i suoi comportamenti militanti diretti ma senza dubbio espressione di una cultura solidale e partecipativa. Negli anni sono cambiati i loro frequentatori, sono nate nuove iniziative culturali che hanno sostituito quelle più tradizionali. Sono cambiati e si sono professionalizzati i sistemi gestionali e l’offerta al pubblico. Permeata dai mutamenti in corso la Casa del Popolo è cambiata insieme alla società italiana. Oggi, davanti a nuove trasformazioni sociali e culturali, il movimento associativo di cui è espressione ha la necessità di ripensare ancora il proprio ruolo per affrontare e superare i problemi posti dalla globalizzazione, dalla caduta di identità e di senso di appartenenza che contraddistingue molti settori della società contemporanea e soprattutto i suoi segmenti più fragili. Luogo per eccellenza della collettività e degli incontri oggi la Casa del Popolo deve riguadagnare una nuova e rinnovata capacità di unire e riunire per essere strumento di promozione sociale e culturale. E di questo processo e di questa trasformazione il mondo delle istituzioni non può essere che osservatore attento ed interessato.
Giovanni Doddoli
Sindaco di Scandicci
Le case del popolo diventano case dei popoli, luogo di incontri e scambi di culture, lingue, tradizioni e convivenze non sempre facili. Stanze dove iniziare a conoscersi e capirsi. Questo processo, in atto da anni, conferma la vocazione di questi luoghi ad essere la prima frontiera dell’accoglienza, il primo vero cantiere dove si esercitano -nella concretezza dei momenti quotidiani- tolleranze ed intolleranze, integrazioni e tensioni. Da questo confronto può nascere un collante sociale decisivo per costruire le sensibilità di una nuova idea di cittadinanza, globale e multiculturale. Il progetto “Porto franco” della Regione Toscana ha colto questi mutamenti, ha capito che la rete delle case del popolo può costituire un sistema di approdi dove ancorarsi. Con orgoglio uno di questi approdi è in questa Casa del Popolo che festeggia oggi i suoi cinquanta anni di vita, in questa città che della conoscenza dei popoli, dei linguaggi e delle culture è sempre stata un avamposto.
Simone Gheri
Assessore alla cultura
L’Arci è nata nel 1957. Il vostro circolo, nel ’50. È giusto dire che questa nostra casa comune, scelta oggi da un milione e duecentomila cittadini, deve tutto a quei circoli che ne hanno costituito la prima, fondamentale base sociale. Sì, perché l’Arci (la sua funzione, il suo ruolo) ha senso in funzione delle sue radici; della capacità che mette in opera di essere soggetto sociale e civile che produce partecipazione e in fin dei conti democrazia. Socialità, cultura, ricreazione, solidarietà… con gli strumenti dell’autogestione. Forse in questa ricetta di base sta la vera forza dell’Arci, che vive soltanto della scelta dei cittadini. Non disponiamo di televisioni, satelliti, campagne miliardarie d’immagine. L’Arci non ha questo, ma forse ha molto di più; risorse umane e di cittadinanza; relazioni tra le persone. Naturalmente abbiamo bisogno di modernizzare la nostra qualità complessiva; di vivere pienamente le dinamiche della globalizzazione; di entrare in sintonia con scelte relative all’economia sociale e alla stessa rivoluzione tecnologica e digitale. Ci sarà sempre più bisogno di socialità. Specialmente di fronte ai crescenti pericoli di desertificazione sociale. Questa desertificazione dobbiamo fermarla. E gli alberi sono – anche – i nostri circoli. I vostri primi cinquant’anni, frutto di un impegno volontario enorme e disinteressato, vi hanno visto seguire i cambiamenti profondi della nostra società. Con la necessaria coerenza sulle finalità, avete saputo muovervi in sintonia con le nuove domande sociali e civiche. C’è bisogno di esperienze come la vostra. Anche per le nuove generazioni. Buon lavoro per i prossimi 50 anni. Con stima e amicizia.
Tom Benetollo
Presidente Nazionale ARCI
Cinquant’anni sono un bel traguardo per un’esperienza associativa, specialmente se sono portati bene come nel caso della Casa del Popolo di Casellina. A Casellina il circolo è nato praticamente insieme al quartiere ed ha saputo crescere in sintonia col suo sviluppo, mantenendo un forte legame con i bisogni e le dinamiche sociali del territorio: un modello esemplare di sintonia fra un’esperienza associativa e la comunità locale che l’ha prodotta. Un radicamento talmente diffuso in tutta la provincia che spesso siamo portati a dare quasi per scontata l’esistenza delle case del popolo nel nostro territorio, quasi fossero un elemento connaturato del paesaggio, dimenticando di riflettere sulla straordinaria stagione di impegno collettivo che le ha fatte nascere e vivere fino ad oggi. Un fenomeno eccezionale se pensiamo alla sua continuità nel tempo, con generazioni diverse che si sono passate il testimone dell’impegno civile costruendo così il filo di continuità che lega le vecchie società operaie ai moderni circoli e rendendo l’associazionismo protagonista di un secolo di storia del territorio fiorentino. La Casa del Popolo è stata per tante generazioni un punto di riferimento costante ed un’occasione di crescita, una vera e propria scuola della cittadinanza moderna. In queste riflessioni, nella soddisfazione e nel legittimo orgoglio dei soci della Casa del Popolo di Casellina che oggi festeggiano cinquant’ anni di attività c’è la risposta migliore a chi, anche in anni recenti, aveva pensato che il ruolo delle case del popolo si fosse esaurito, raffigurandole come una sorta di imbarazzante retaggio del passato di cui liberarsi. Ma cosa ha in comune un moderno circolo Arci con l’esperienza storica da cui è nato e di cui è l’erede? Sicuramente la piena attualità dei suoi principi ispiratori, il proporsi come luogo della partecipazione in cui i cittadini hanno l’opportunità di socializzare ed organizzare risposte collettive ai propri bisogni, dando vita ad attività di ricreazione e dì svago, di formazione e promozione culturale di solidarietà, di servizio alla comunità. Mezzo secolo di storia non ha per mente scalfito i caratteri di quest’identità. Anzi, le funzioni della Casa del Popolo sono oggi più che mai attuali in una società in cui emergono pericolosi fenomeni di chiusura corporativa, di vuoto sociale, in cui la rottura della coesione fra i cittadini è un rischio reale. C’è bisogno di costruire nuovi equilibri fra solidarietà collettiva e tutela delle libertà individuali, lotta all’esclusione e salvaguardia dei diritti di tutti. C’è bisogno di riscrivere i principi della cittadinanza, allargare le basi della partecipazione attraverso una rete di relazioni positive fra le persone che faccia da argine all’isolamento e alla solitudine. A questo sforzo i nostri circoli possono portare un contributo decisivo, diventando laboratorio di nuove relazioni sociali che partano dall’aggregazione dei cittadini attorno a bisogni ed interessi specifici, favoriscano la condivisione delle responsabilità, l’impegno diretto ed il protagonismo delle persone, la cittadinanza attiva.Per queste ragioni abbiamo motivo di proseguire insieme, con rinnovato entusiasmo, l’impresa iniziata cinquant’anni fa dai soci di Casellina.
Paolo Beni
Presidente ARCI Firenze
Ringrazio, innanzi tutto, coloro che mi hanno concesso la possibilità di esprimere alcune considerazioni nell’occasione del 50° anniversario della CASA DEL POPOLO di Casellina. Non sarò certo io a scoprire l’importanza che ha posseduto la Casa del Popolo per il quartiere di Casellina in tutti questi anni. Da sempre, essa, rappresenta il cuore pulsante della struttura sociale Casellinese. Decisivo, infatti, è stato il suo apporto, attraverso i propri infaticabili ed encomiabili attivisti, alle iniziative che sono state prese, nel nostro quartiere, negli scorsi decenni. Personalmente ho sempre concepito la Casa del Popolo come il meridiano di Greenwich della politica Scandiccese. È il luogo naturale dove idee, teorie ed opinioni s’incontrano e si scontrano nel rispetto pluralistico, che, ricordiamolo, determina,da sempre, la più alta caratteristica democratica della nostra nazione. Oggi la Casa del Popolo può, e deve, rappresentare una sorta di “dipartimento di storia contemporanea”. Tra i suoi docenti spiccherebbe, tra gli altri, il prof. Silvano Sarti, vero trait-d’union per le ultime tre generazioni. Con questo vorrei mettere in risalto l’importanza della conservazione della memoria storica, motore del pensiero moderno. “Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo” enuncia una massima. Mi piace qui ricordare, se mi è consentito, anche la figura di mio nonno materno: pluridecorato cavaliere di Vittorio Veneto, che ha sempre tenuto alti gli ideali della sinistra nel corso di tutta la sua vita, anche quando, ha rischiato di essere deportato dai nazisti. Da queste situazioni emergono i nostri ideali. Nella resistenza si affermano. Nel 2000, vale a dire oggi, abbiamo il dovere di custodirli, sostenerli e ribadirli con forza. Per questo formulo, sia a titolo personale sia come Presidente del Quartiere di Casellina, il più sentito “Buon compleanno Casa del Popolo e… cento di questi anniversari!”
Roberto Vinciguerra
Presidente Consiglio di Q.2 – Casellina
Gli anniversari hanno un merito: quello di offrire il pretesto per una riflessione approfondita a proposito dell’evento da festeggiare. In questo caso si tratta di un evento di particolare interesse per me personalmente e anche per la forza politica che rappresento in qualità di Segretario Comunale: i Democratici di Sinistra. Il tessuto connettivo costituito dalle Case del Popolo sul nostro territorio è di importanza capitale per la crescita sociale e anche civica della nostra comunità; esse rappresentano un punto di riferimento importante per la sinistra toscana e italiana in generale. La Casa del Popolo di Casellina esemplifica concretamente quanto detto sopra: la presenza dell’Unione Comunale dei D.S., della Camera del Lavoro, di Rifondazione Comunista, significa che la sinistra italiana riconosce ancora dopo cinquanta anni il ruolo e la funzione di questa struttura, punto di aggregazione per la comunità casellinese, luogo di discussione politica, in aderenza alle finalità per la quale essa venne costruita, ma anche luogo di contaminazione culturale ed etnica grazie ad un equilibrio solitamente non facile da ottenere fra le comunità straniere che frequentano la nostra Casa del Popolo. La Casa del Popolo di Casellina è ancora uno dei rari punti dove è possibile parlare di politica, confrontarsi in modo democratico e sereno anche se articolato e vivace, ma è anche, ed è giusto che sia cosi, un luogo dove è possibile trascorre ore tranquille giocando a carte piuttosto che a biliardo. Le Case del Popolo non sono indenni dalle difficoltà che incontrano tutti i luoghi e le associazioni culturali e politiche, ma hanno anche un capitale di risorse umane e storiche, come dimostra questa ricorrenza, da non disperdere, anzi da incrementare con il nostro impegno costante ed il nostro sostegno. Quello dei D.S., non mancherà certamente.
Simone Naldoni
Segretario Comunale D.S
Gli anniversari in genere inducono a ripercorrere, con più o meno emozione, storia e circostanze dell’oggetto di commemorazione. E allora, pensando ai 50 anni di questa Casa del Popolo, la mia mente va alla gloriosa storia delle Società di Mutuo Soccorso. Luoghi fisici, interamente pensati e costruiti con l’intelligenza e la fatica di artigiani, operai, insomma dalla gente del popolo, dove si materializzavano gli ideali di una società altra. E dunque luoghi in cui si organizzavano attività sportive e ricreative; ma anche attività politiche, culturali e di varie socializzazioni. Ma soprattutto si organizzavano le lotte proletarie. Non a caso il fascismo volle distruggerle con la requisizione. Chiusa la parentesi del fascismo, con i tanti sacrifici di molti compagni ma con altrettanto entusiasmo, sono sorte le Case del Popolo. La radicalità dello scontro politico sociale di quegli anni (basta pensare a Scelba) non rendeva vita facile a queste strutture, e nel contesto però divenivano essenziali per l’organizzazione di tutta la sinistra, sia politica che sociale. Essi divenivano un luogo di confronto di massa per tutte le anime del movimento dei lavoratori, e per ciò stesso fucina culturale. È deprimente constatare oggi come in molte di queste strutture si è persa memoria della loro storia, delle ragioni per cui sono nate. Esse sono diventati ne più ne meno che esercizi commerciali al pari di altri. Certo il contesto politico sociale è cambiato, l’impegno sociale si è indirizzato verso altri settori, forse molti errori sono stati commessi. E tuttavia se ciò può spiegare il degrado non certo lo giustifica. Non si spiegherebbe sennò come mai fra le nubi fa capolino qualche raggio di luce! Un “raggio di luce” è la Casa del Popolo di Casellina. Ai compagni che l’hanno pensata e costruita, che l’hanno vissuta, l’onere e l’onore di testimoniare la sua stona. lo posso dire che nonostante le difficoltà oggettive di cui sopra, sarà perché qui sono ospitate le sedi comunali dei principali partiti della sinistra e della CGIL di tutta la zona (e non può essere solo un caso), sarà per la particolare sensibilità della gente del quartiere, sarà, ancor più, per la sensibilità del suo gruppo dirigente, questa Casa dl Popolo ferve di iniziative. Questa Casa del Popolo ha un cuore pulsante! Un esempio per tutti sono le iniziative degli incontri interetnici. Il mio auspicio è non solo che essa continui su questa linea, ma che altre strutture ne seguono l’esempio.
Angelo Basone
Coord. Partito Rif. Comunista
Mezzo secolo di storia non ha certo invecchiato questa Casa del Popolo, ma piuttosto si è evoluta e si è adattata ai grandi cambiamenti, diventando essa stessa anticipatrice e laboratorio di sperimentazione di novità. Spesso nell’ambito delle case del popolo nascono gruppi d’avanguardia che danno vita a nuovi modi di fare o di interpretare la Cultura. Su questa base che i consigli che si sono succeduti hanno avuto sempre l’obiettivo di porre l’associazione come punto di riferimento socio, politico, culturale e ricreativo di tutto il quartiere. Il grande sviluppo urbanistico che Casellina ha avuto negli anni 60 – 70, dove da piccola borgata di periferia, diventa il secondo quartiere di Scandicci con circa 13.000 abitanti, obbliga adeguamenti anche alla piccola Casa del Popolo che dalle due stanze iniziale, con interventi diversi arriva a quello attuale. La Casa del Popolo, posta in un quartiere contraddistinto da una forte immigrazione nazionale prima, straniera poi, ha svolto un ruolo davvero determinante di mediazione e d’inserimento sociale, favorendo incontri e scambi tra culture diverse. Quest’incrociarsi d’usi e costumi diversi non hanno mai causato conflitti sia nel nostro quartiere che nella città di Scandicci, proprio per merito di queste realtà che favoriscono aggregazione nei vari livelli. La nostra ormai da sempre consolidata scelta di operare in questa direzione è rinnovata dal programma culturale “Porto Franco” della Regione Toscana, che ci vede impegnati in nuove proposte per il Centro Interculturale Arci di Casellina per l’anno 2000. Nella nostra struttura continuano a pervenire idee di attività innovative, che purtroppo non possiamo soddisfare, perché il volontariato è diminuito. Questa circostanza, ho paura che nel tempo possa non permettere più la conduzione sociale della struttura, che per sopravvivere dovrebbe trasformarsi in una sorta di azienda. Così facendo perderebbe quella connotazione tipica di una Casa del Popolo basata sul servizio dei soci, che con la loro disponibilità caratterizzano i rapporti del circolo. Ho fiducia in un recupero futuro che riequilibri pur nei tempi nuovi, giusti avvicendamenti animati dallo spirito della collettività collaborativa, e che mantenga fortemente quell’identità socio-politica che ha contraddistinto questi cinquant’anni. Siamo nell’era telematica e della modernizzazione del mercato, ma i processi di crescita si evolvono in modo positivo principalmente se siamo in grado di provocare il confronto con gli altri attraverso la discussione e creando nuovi spazi per il tempo libero. È naturale perciò pensare al futuro con la determinazione di riaffermare il ruolo storico che ha contraddistinto questa Casa del Popolo nel passato, la cultura, nel senso più ampio del termine, dovrà ritrovare la sua centralità aggregativa. Una svolta importante in questo senso pensiamo di imprimerla già in occasione della celebrazione di questa ricorrenza che oltre a confermare gli impegni tradizionali apre ad altre importanti iniziative, infatti sono previste mostre di pittura, scultura, fotografia e un concerto conclusivo con l’orchestra da camera “GAMS Ensemble” di Scandicci che eseguirà un programma di musica sinfonica. L’impegno che ci assumiamo è quello di favorire iniziative che qualifichino sempre di più la nostra presenza culturale nel territorio. Nel concludere questo mio intervento ci sentiamo di ribadire che il circolo e stato rispettoso nelle sue linee principali degli intenti per il quale era nato. Non possiamo ipotecare il futuro, ma con una nobile storia alle spalle crediamo sia più facile migliorarsi piuttosto che perdere l’identità.
Livio Vitali
Ex Presidente della Casa del Popolo di Casellina